LE SISE DE MONECHE DI EMO LULLO A GUARDIAGRELE (CH)

LE SISE DE MONECHE DI EMO LULLO A GUARDIAGRELE (CH)

Guardiagrele è un incantevole borgo di stradine lastricate e bei palazzi di pietra viva nel cuore della provincia di Chieti, alle pendici della Majella. Un bel vento anima sempre le vie del paese, un aria fresca che sa ancora di posto lontano dai trambusti e dallo stress dei giorni d’oggi. Un’oasi di serenità dalla quale si può ammirare sia il mar Adriatico, sia la maestosa montagna.

Tra i suoi vicoli si nascondono come perle decine di storie e tradizioni secolari. Una in particolare però ha stuzzicato la nostra, golosa, curiosità.

E questa storia inizia nel lontano 1889 venne registrata alla Camera di Commercio di Chieti una nuova attività di pasticceria: La Pasticceria Lullo.

La storia della Pasticceria Lullo è  legata al nome della famiglia Palmerio, nella quale si rintracciano un “confettaio e speziale manuale”,  Giuseppantonio,  due “caffettieri”,  Giosuè e suo figlio Benigno. Filippo Benigno non aveva figli e, alla sua morte, l’attività passò al nipote Emo, nato nel 1911, figlio di sua sorella, Anna, che aveva sposato Francesco Paolo Lullo, nel 1894. Da qui il cambio di nome attuale in Pasticceria Emo Lullo.

Ma perché vi stiamo parlando di questa pasticceria?

Perché il nome di questa è legato indissolubilmente alla produzione artigianale dello strepitoso dolce tipico di Guardiagrele: Le Sise de Mòneche, un dolce a base di Pan di Spagna farcito con crema pasticcera e provvisto di tre protuberanze, spolverate di zucchero a velo.

Di questo prodotto si sono interessati molti scrittori e giornalisti, tra i quali Mario Soldati e Maurizio Costanzo; una vera monografia sull’argomento è stata scritta dal Professor Mario Palmerio. Le Sise de Mòneche o Sise delle Monache, hanno ottenuto vari e importanti riconoscimenti, tra cui l’iscrizione nell’elenco dei prodotti tipici di qualità redatto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, l’inclusione nell’Atlante dei prodotti tipici del Parco Nazionale della Majella e la chiocciolina di Slow Food, che premia i prodotti di qualità eccellente.

Sulla denominazione "Sise de mòneche" esistono tre ipotesi esplicative:

a) la prima è quella secondo cui l'originaria dizione sarebbe tre monti, che si riferisce alla montuosità effettiva delle nostre contrade. Maliziosamente, la denominazione è stata trasformata in sise delle monache dalla fantasia popolare; pare ci abbia messo lo zampino Modesto della Porta, il quale vedendo un giorno le paste più imbiancate del solito per lo zucchero a velo, esclamò: Madonna come sono bianche e diritte e appuntite, me sembrane proprie "sise de mòneche".

b) la seconda tesi parte da un dato ritenuto di fatto. La monaca, allo scopo di perdere la vistosità del proprio corpo, assumendo una fisionomia più spirituale, un tempo inseriva, secondo quel che si dice, un involto di stoffa tra i due seni di modo che la fascia che li copriva rendesse una superficie piatta, senza prominenze. Di qui per la fantasia laica l'esistenza dei tre seni.

c) la terza tesi, più che esplicativa, è semplicemente affermativa.Le sise delle monache sono dette delle monache perchè questo tipo di brioche è stato inventato dalle monache.E' ovvio che sise sono per i laici maliziosi; per le suore esse erano solo un tipo curioso di dolce.

Beh, interpretazioni a parte, se passate da Guardiagrele non potete non “sporcarvi i baffi” con questo dolce straordinario. E tranquilli, se vi doveste imbiancare i vestiti con il suo zucchero a velo, usate pure la spazzola che trovate sul bancone della pasticceria.