Olive fritte, Ascoli Calcio, Anisetta Meletti. Poche città riescono a essere sintetizzate in una monade come Ascoli Piceno in questo triangolo magico: le olive, di cui ogni famiglia sostiene di tenere la ricetta migliore e più tradizionale, l’Ascoli Calcio che nel mito di Costantino Rozzi si tifa a dispetto “degli squadroni” e l’Anisetta Meletti che trova concreta e spaziale rappresentazione nelle iconiche bottiglie praticamente immutate dalla fine dell’Ottocento e nel Caffè Meletti, storico caffè liberty fulcro della vita sociale di Piazza del Popolo, la piazza più importante della città, orgogliosamente soprannominata “il salotto d’Italia”.
Riproducendo in maniera iper-locale il conflitto Coca-Cola vs Pepsi, in città ci sarà sempre
qualcuno che preferisce il Varnelli, ma il tocco elegante dell’Anisetta mantiene un fascino
aristocratico a cui difficilmente si può rinunciare. La ditta Meletti nasce nel 1870 grazie all’intuito di Silvio Meletti, salfe-made-man dell’Italia post-unitaria. La madre gestisce un piccolo negozio in cui vende un liquore all’anice distillato in casa, come la tradizione locale voleva (e vuole). La miscela originale custodita in un ricettario di famiglia si unisce all’ambizione di Silvio Meletti di distillare un liquore all’anice che possa competere con quelli europei e francesi in particolare. Così studia i trattati francesi sulla distillazione e perfeziona gli ingredienti e la tecnica di produzione che sono ancora oggi i pilastri dell’Anisetta Meletti.
La base del prodotto è l’anice mediterraneo che in provincia di Ascoli assume un gusto particolare grazie ai terreni argillosi che danno un boost all’aroma (due/tre volte più più profumato dei suoi cugini mediterranei). Come alla fine dell’Ottocento l’anice si distilla da
ricetta originale in modo discontinuo e a bagnomaria. Al distillato si aggiungono poi quelli di erbe e fiori che danno al liquore la parte “aromatica”.
Oltre all’anisetta l’azienda produce amaro, mistrà, sambuca, limoncello punch e la versione dry del prodotto di punta. Tutte le etichette hanno lo stesso stile liberty del Caffè Meletti, un viaggio indietro nel tempo al sapore dei manifesti art nouveau e dei caffè parigini. La Ditta Meletti è ancora di proprietà degli eredi di Silvio che continuano a custodire e tramandare il segreto dell’Anisetta.